01 febbraio 2021 – Il Consiglio Nazionale ha approvato all’unanimità un documento che, partendo da una analisi storica della situazione della professione psicologica nel Sistema Sanitario, individua le linee di sviluppo e relative proposte affinché la professione sia messa nelle condizioni di poter espletare il suo mandato nel servizio pubblico e dare risposte ai bisogni.
Le principali criticità esistenti sono: inadeguatezza del numero degli psicologi e mancanza di coordinamento ed autogoverno della professione. Se a decidere sulle attività e sul numero degli Psicologi sono quasi sempre altre figure professionali questo impedisce una programmazione adeguata dei nostri interventi, limita l’apporto che la disciplina può dare al sistema nel suo complesso e la possibilità di portare avanti politiche per l’assunzione di un numero adeguato di Psicologi.
Basti pensare che oggi, secondo i dati del Ministero della Salute, c’è uno psicologo dipendente del SSN ogni 12 mila abitanti, contro una necessità minima di uno psicologo ogni 5 mila abitanti solo per i servizi territoriali, ai quali vanno aggiunti gli psicologi ospedalieri e gli psicologi di base (per i quali c’è una proposta di legge ad hoc in Parlamento).
Nel 2020 sono state varate due leggi molto importanti che prevedono un “Piano nazionale per il benessere psicologico individuale e collettivo” (art. 29 ter legge 126/20) e i servizi psicologici in ogni azienda sanitaria (art.20bis legge 176/20).
Sarà fondamentale la loro attuazione a livello nazionale regionale per un sistema sanitario più efficiente, integrato, in grado di tener conto in modo efficace dei bisogni fondamentali delle persone nel campo della salute.
Il documento nazionale sarà inviato al Ministero della Salute e alla Conferenza delle Regioni e sarà alla base dell’azione e delle interlocuzioni portate avanti dal CNOP a livello nazionale e dai Consigli dell’Ordine a livello regionale.
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