Il presidente Giardina ha ricostruito davanti al Consiglio l’intera vicenda, che – al momento dell’insediamento dell’attuale consiglio nel giugno 2014 – appariva molto compromessa.
Nel 2012 il Consiglio Superiore della Sanità aveva legittimato i counselor per l’intervento sul “disagio psicologico lieve” e solo questo Consiglio ha ingaggiato le vie legali e ottenuto l’importante sentenza del TAR che annulla tale parere e da ragione agli Psicologi.
Il presidente ha rivendicato la chiusura dei precedenti tavoli UNI sui counselor e spiegato l’azione attuale fatta in UNI e il recente appello ai cittadini e alle altre professioni ad esprimersi contro nell’”inchiesta pubblica” sulla necessità di istituire la professione di “counselor”.
L’azione del CNOP ha portato alla legge 3/18 che non solo qualifica la professione come sanitaria ma amplia le tutele delle professioni sanitarie nei confronti delle nuove professioni della legge 4/2013 (che non possono effettuare non solo le attività “riservate” ma anche quelle “tipiche” delle professioni sanitarie), ergendo un scudo importante ed inedito a tutela della professione.
Diversa e separata è la situazione dei pareri tecnici sulle associazioni che vogliono iscriversi agli elenchi presso il Ministero Sviluppo Economico ai sensi della legge 4/2103 e che non portano alla creazione di nuove professioni. Tema sul quale il CNOP ha attivato un apposito gruppo di lavoro.
Il presidente Giardina ha proposto al Consiglio un atto deliberativo che rivendica l’azione coerente del CNOP in questo campo e ribadisce le posizioni espresse sia sulla inutilità di normare una professione definita “counselor” (vista la sovrapposizione con le attività tipiche o riservate allo Psicologo), sia relativamente alle posizioni sul “counseling” considerate come attività di consulenza di professioni già regolamentate. E propone di inviare in tal senso un parere al Ministero della Salute perché blocchi l’attività del tavolo UNI.
Il consiglio ha approvato all’unanimità la proposta del presidente.