La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, il sindacato largamente più rappresentativo della categoria, ha accettato la proposta del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi di dar vita ad un Tavolo tecnico paritetico per elaborare una proposta unitaria e condivisa sulla Psicologia nelle Cure Primarie; la prima riunione si è svolto presso la sede del CNOP il 21 aprile con l’impegno comune di proseguire il confronto per addivenire ad un documento comune e condiviso.
Le motivazioni della necessità di dar vita a questo Tavolo tecnico paritetico nasce dall’esame dei dati epidemiologici che palesano un crescente disagio psicologico con pesanti ricadute nella qualità della vita; la situazione socio-economica fa lievitare condizioni soggettive di maggiore sofferenza, disagio, depressione e ansia che danno vita a sintomi psicosomatici nelle persone che si rivolgono al medico di medicina generale per un suo intervento positivo.
La non presa in carico oppure una risposta inadeguata a questi condizioni di disagio hanno ripercussioni negativi sia per l’intero sistema socio-sanitario che per chi ne è portatore tali da produrre effetti negativi sul suo benessere e qualità della vita e quindi sui costi e sul funzionamento dello sistema socio-sanitario: per questo è quanto mai necessario prevedere una evoluzione nell’organizzazione della presa in carico e della modalità di cura.
In questo scenario viene a delinearsi il ruolo dello psicologo di cure primarie che sia in grado di coadiuvare il medico di medicina generale e per la fascia minorile il pediatra di libera scelta ad intervenire nella fasi di disagio psicologico, ad iniziare dalla sua precoce individuazione al fine di prevenire la sua degenerazione in forme croniche e/o patologiche, il che porterebbe a spostare l’intervento in strutture specialistiche.
Come è noto lo psicologo delle cure primarie adotta interventi terapeutici evidence-based, multiprofessionali, integrati e collaborativi, che consentano di affrontare in modo appropriato e tempestivo le patologie al loro esordio, di migliorare l’aderenza alla terapia dei pazienti affetti da patologie croniche, di incrementare il benessere individuale e diminuire l’utilizzo improprio e i costi del Servizio Sanitario: nelle attuali scelte strategiche per le Cure Primarie, dalla Casa della Salute alle UCCP lo psicologo può operare in modalità multiprofessionale, che la modalità ottimale per fornire assistenza con percorsi d’integrazione interdisciplinare anche in raccordo con gli operatori del sociale.
Le ricerche hanno dimostrato che, accanto a bisogni di salute di carattere fisico, la presenza e la soddisfazione dei bisogni psicologici risultano altrettanto importanti e fondamentali per la salute psico-fisica degli individui. La letteratura, inoltre, ci dimostra che la maggior parte di queste persone, in fase iniziale, chiede aiuto al suo medico di famiglia, e almeno il 50% di dette richieste esprime un disagio psicologico- relazionale.
E’ rilevante il fatto che fornire una risposta più appropriata ai bisogni e problemi produce risparmi effettivi perché gli interventi risultano più efficaci ed efficienti, la sola medicalizzazione o la non risposta a problemi a forte componente psicologica produce un incremento dei costi sanitari e sociali, come acclarato da molti studi; al contrario una risposta pertinente, integrata e tempestiva risulta fortemente virtuosa dal punto di vista economico ed in grado di produrre risparmi effettivi, aumentando la sostenibilità del Sistema.
La mission della psicologia di cure primarie pertanto è la garanzia del benessere psicologico di qualità nella medicina di base, sul territorio, vicino alla realtà di vita dei pazienti, alle loro famiglie e alle loro comunità, fornendo un primo livello di servizi di cure psicologiche, di qualità, accessibile, efficace ed integrato con gli altri servizi sanitari, caratterizzato dunque anche da costi contenuti e contraddistinto da una rapida presa in carico del paziente.
Un sistema di cure primarie utile ed efficace presuppone che l’attenzione alla componente psicologica della salute è fondamentale, e non si tratta solo di offrire cure al disturbo psicologico, o di trattare il problema individuale, occupandosi del benessere e della salute psicofisica dei cittadini di un territorio, dei membri di una comunità, in modo equo e accessibile, per fornire a tutti indistintamente cura e terapia, ma anche per promuovere consapevolezza, promozione di salute, e adozione di comportamenti positivi, rispondendo, inoltre a quattro grandi problemi:
- intercettare e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione, costituendo un filtro sia per i livelli secondari di cure che per il pronto soccorso;
- intercettare i bisogni di benessere psicologici che spesso rimangono inespressi dalla popolazione;
- organizzare e gestire l’assistenza psicologica decentrata rispetto ad alcuni tipi di cura;
- realizzare una buona integrazione con i servizi specialistici di ambito psicologico e della salute mentale di secondo livello, e con i servizi sanitari più generali.
Gli aspetti funzionali di integrazione e di collaborazione tra medico di medicina generale o pediatra di libera scelta e lo psicologo delle cure primarie possono essere ricompresi in tre percorsi operativi:
- invio da parte del medico direttamente allo psicologo, cui segue la presa in carico integrata;
- trattamento congiunto, in cui il medico e lo psicologo valutano contestualmente il paziente: tale trattamento appare indicato per le patologia organiche invalidanti ad elevato carico emozionale (es. cardiopatie, malattie oncologiche…); pazienti con eventi di vita traumatici; pazienti poco motivati. In questi casi, si raccomanda di svolgere congiuntamente le visite di controllo;.
- consulenze specifiche, situazioni/occasioni in cui il medico chiede allo psicologo:
- di individuare e condividere strategie di intervento e indicatori rispetto alla salute psicologica del paziente
- di analizzare le dinamiche che limitano il mantenimento dello stile di vita e lo stato di salute del paziente
- di avere un confronto su problematiche relazionali con il paziente e/o un supporto nella presa in carico di pazienti ad alta intensità
Sarà necessario per realizzare quanto sopra che gli psicologi delle cure primarie vengano individuati attraverso una specifica selezione sulla base di criteri predefiniti tra cui una specifica formazione che dovrà essere individuata o regolamentata.
Per terminare la questione delle questione è come remunerare le prestazioni degli psicologi nelle cure primarie: è evidente che se è vero come è vero che sono prestazioni ormai conclamate nei nuovi LEA e che le stesse oltre a migliorare lo stato di salute individuale migliorano al pari la stessa spesa sanitaria pubblica prevendo successivi e più costosi interventi sanitari; tuttavia questo è un obiettivo, anzi l’obiettivo da porsi ad iniziare dai rinnovi delle convenzioni e nei confronti con lo Stato e le Regioni.
Nel frattempo, oltre le sperimentazioni regionali già in essere in alcune Regioni, l’altra strada da percorrere è quella di un confronto con la seconda gamba del sistema sanitario, cioè la mutualità integrativa che ormai ha superato i dieci milioni di aderenti, per estendere nei loro pacchetti di prestazioni anche questo tipo di intervento psicologico per la valenza positiva come sopra si è esposto.
In mancanza di ciò rimarrebbe il diretto intervento economico del cittadino che voglia usufruire di queste prestazioni psicologiche ma se questa rimanesse l’unica soluzione nel quarantennale della istituzione del SSN non dico che sarebbe una sconfitta ma certamente nessun avanzamento.
Saverio Proia