Tenendo conto di recenti situazioni che meritano la dovuta attenzione e di diverse segnalazioni pervenute, si rende necessario assumere delle iniziative in relazione alla pubblicità professionale della nostra comunità.
A seguito, infatti, della riforma legislativa del 2006, la competenza in materia di verifica della pubblicità sanitaria è stata demandata agli Ordini professionali, che hanno il compito di vigilare sul messaggio pubblicitario nel rispetto delle regole di correttezza professionale secondo i criteri di trasparenza e veridicità.
Nel 2018, un ulteriore intervento normativo, aggiornato poi nel 2023, ha stabilito che il messaggio pubblicitario in materia sanitaria, deve escludere “qualsiasi elemento di carattere attrattivo e suggestivo, tra cui comunicazioni contenenti offerte, sconti e promozioni, che possa determinare il ricorso improprio a trattamenti sanitari”; costituendo, al contrario, un illecito disciplinare che deve essere valutato dai competenti organi ordinistiici territoriali, nonché segnalato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ai fini dell’eventuale adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza.
L’intento della norma appare del tutto condivisibile ed estremamente chiaro, il messaggio pubblicitario “non deve contenere elementi tali da condurre l’utenza a trattamenti sanitari impropri attraverso suggestioni attrattive”.
Questo in quanto i servizi sanitari sono finalizzati alla cura ed alla prevenzione e non sono semplici servizi alla persona.
Ferma restando la competenza vigente degli Ordini territoriali ad intervenire in ogni situazione ritenuta impropria, per favorire e armonizzare tale azione di vigilanza ma anche per prevenire e meglio orientare i comportamenti delle Iscritte e degli Iscritti, il tema sarà affrontato nel Consiglio Nazionale per avviare la revisione delle Linee di indirizzo emanate nel 2007 e non più adeguate, anche alla luce della nuova normativa del 2023.
L’obiettivo è quello di trovare il migliore equilibrio possibile tra una normativa sostanzialmente liberista voluta dall’Unione Europea e l’esigenza, per noi imprescindibile e inderogabile, di tutelare i cittadini e il decoro della professione, anche in considerazione del moltiplicarsi dei canali e delle modalità con cui queste attività si realizzano.
In questo lavoro saranno coinvolte tutte le commissioni deontologiche degli Ordini territoriali che hanno la diretta competenza a vigilare ed intervenire, nello spirito di un doveroso impegno comune in una materia così delicata.