Gli psicologi italiani partecipano con dolore al dramma e ai lutti che migliaia di persone stanno vivendo nell’Italia centrale a causa del sisma del 24 agosto scorso.
Sono tragedie che purtroppo si ripetono in maniera imprevedibile, e con una certa frequenza, nel nostro paese, ricco del patrimonio storico-culturale più numeroso e più importante al mondo, ma con strutture edilizie fragili.
Diamo atto che ormai l’organizzazione dei soccorsi nella prima emergenza è efficientissima e funzionale ai bisogni immediati delle comunità colpite.
Il personale del SSN, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, delle Forze Armate, delle associazioni di volontariato è impegnato sul campo con abnegazione e spirito di sacrificio.
Tutti gli Ordini territoriali hanno già predisposto piani di intervento, che necessariamente devono essere inseriti all’interno della rete della protezione civile nazionale.
È apprezzabile la gara di solidarietà che si è diffusa in tutto il paese. Tantissimi psicologi hanno dato piena disponibilità ad essere impiegati nelle zone colpite, ma – ripeto – la macchina dei soccorsi, proprio per garantire da un lato la messa in sicurezza dei luoghi e dall’altro l’immediato sostegno alle persone, non prevede assolutamente la presenza di altri operatori.
Del resto, gli psicologi sanno bene che il loro intervento professionale sarà ancor più necessario proprio quando la fase emergenziale terminerà, quando l’attenzione dei media si abbasserà, quando si dovrà ritornare ad una necessaria quotidianità.
Soprattutto le persone più deboli (bambini, disabili, anziani) sono maggiormente esposte a sofferenze che si potranno manifestare a distanza di mesi e, per questo motivo, devono essere sostenute e accompagnate nel corso degli anni.
Il CNOP, in piena sinergia con gli Ordini territoriali e in stretta collaborazione con i servizi dei Comuni interessati, si farà carico di promuovere e eventualmente gestire attività di supporto professionale in favore e a tutela di tutte le persone esposte a questa immane tragedia.