Sunto del documento di lavoro a cura della Direzione Generale degli Studi del Parlamento Europeo
In Finlandia attualmente la competenza giuridica per l’assistenza sanitaria incombe a 455 municipalità urbane e rurali (in media di 11.000 abitanti). Tuttavia sebbene le municipalità abbiano un ruolo attivo nella pianificazione e nell’organizzazione dei servizi sanitari, i poteri dello Stato in materia di politica di assistenza sanitaria sono forti. Il sistema sanitario finlandese dipende principalmente da finanziamenti pubblici.
Sebbene sino alla fine degli anni 80’ il sistema pubblico fosse predominante e la presenza privata fosse quasi inesistente, in un periodo più recente, la politica sanitaria in Finlandia ha cominciato a mutare direzione. Si è cominciato a varare importanti riforme sanitarie con vari tipi differenti di modelli di mercato regolamentato che acquistavano via via supporto politico. La Finlandia ha avuto successo nella pianificazione sanitaria centralizzata, ma il quadro generale riflette ora le medesime pressioni economiche di base sottese alle riforme di politica sanitaria degli altri regimi sanitari pubblici dell’Europa del Nord.
Popolazione
La Finlandia aveva una popolazione di 5 milioni di abitanti nel 1991. Di questi il 25, 4% hanno meno di 20 anni ed il 13, 6% hanno più di 65 anni. La percentuale degli ultrasettantacinquenni è del 5, 7%. La Finlandia non ha quella elevata percentuale di anziani che si riscontra negli altri paesi scandinavi.
Finanziamento
La spesa sanitaria è molto elevata rispetto agli standards europei. La spesa pubblica ha coperto l’80% ca. dei costi sanitari totali nell’ultimo decennio.
All’inizio degli anni 90’ i servizi sanitari erano finanziati da imposte statali indirette (24%), imposte statali sul reddito (11%), pagamenti diretti di fatture (16%) e altre fonti private (ad esempio assicurazioni dei datori di lavoro e private) (4%). Le municipalità, amministrate da un consiglio municipale eletto, svolgono un ruolo chiave nel finanziameno avendo il diritto di esigere imposte a fini sanitari.
Della spesa totale circa il 44% è stato destinato all’assistenza ospedaliera, il 34, 5% all’assistenza ambulatoriale ed il 9, 9% a prodotti farmaceutici.
Fino al 1992 l’assistenza ai pazienti esterni in centri sanitari pubblici era finanziata quasi completamente da fonti statali. Dal 1993 però, nel quadro della riforma delle sovvenzioni statali, le municipalità possono far pagare taluni servizi, decidendo anche le tariffe (fino ad un certo massimale stabilito dal governo).
Il regime nazionale di assicurazione malattia paga il 50% delle spese per medicinali al di là di un certo minimo fisso, il 60% delle tariffe di base fissate per le fatture di medici dentisti del settore privato, i costi di trasporto superiori ad un minimo fissato, tutte le spese fino a un certo massimale per i pernottamenti e tutte le altre spese (non altrimenti coperte) al di là di un massimale fisso annuo.
Ospedali
La rete ospedaliera è stata sviluppata principalmente negli anni 50’ e 60’. Originariamente gestita dallo Stato, fu poi trasferita alle municipalità. Le 455 municipalità erano raggruppate in circa 100 federazioni municipali, con il compito di gestire ospedali generali e psichiatrici. Nel 1991 le municipalità sono state raggruppate in 21 distretti ospedalieri, ciascuno dei quali gestisce uno o più ospedali. Gli ospedali pubblici offrono circa il 96% di tutti i posti letto.
Il sistema ospedaliero è diviso in 5 regioni in cui sono insediati ospedali universitari. Una regione tipica (ca. 1 milione di abitanti) ha un ospedale universitario, circa 5 ospedali centrali (regionali), 5 ospedali di zona (distretto ) e 40 centri sanitari (spesso con alcuni posti letto).
Per ottenere le cure ospedaliere (eccettuati i casi di emergenza) il paziente deve avere una richiesta da parte di un medico generico di un centro sanitario, sebbene un numero significativo di richieste di ricovero provengono ormai dal settore privato. Recentemente si è avuta anche una proliferazione di piccole cliniche private chirurgiche, in genere fondate da specialisti e situate nelle città principali. Anche gli ospedali pubblici mantengono un numero ridotto di letti a pagamento.
Medicina di base
La legge sull’assistenza sanitaria primaria del 1972 ha creato centri sanitari pubblici ed ha assegnato alle municipalità la competenza per l’assistenza sanitaria primaria. Questa legge ha promosso un’ampia rete di centri sanitari municipali in tutto il paese e la legge sull’assicurazione malattia ha continuato a dare assistenza finanziaria per l’utilizzazione di servizi privati. I medici privati si sono moltiplicati negli anni recenti e coprono circa il 20% dell’assistenza primaria totale.
A integrazione di questa rete di centri sanitari è fatto obbligo ai datori di lavoro di organizzare servizi di prevenzione per i loro lavoratori. Il datore di lavoro è compensato (dall’istituto di assicurazioni sociali) per le spese di assistenza per le malattie del lavoro ed altre cure sanitarie fornite dall’impresa stessa.
Recenti riforme hanno cercato di migliorare la continuità dell’assistenza per la soddisfazione dei pazienti e del personale, e di aumentare la produttività dei centri sanitari. Anche il concetto di assistenza specifica continuativa ad un paziente (sistema del medico di famiglia) è stato accettato come parte del piano nazionale per migliorare l’assistenza sanitaria primaria. Dal 1993, è stato consentito alle municipalità di far pagare taluni servizi presso taluni centri sanitari pubblici.
Personale medico
La maggior parte dei medici lavora come dipendente pubblico a stipendio mensile. Tuttavia molti medici hanno un duplice ruolo lavorando sia nel settore privato che in quello pubblico. Nel 1990, circa il 30% dei medici esercitava anche nel privato e circa il 7% dei medici esercitava esclusivamente nel privato.
Personale infermieristico
Analogamente a quanto avviene negli altri paesi scandinavi c’è un numero relativamente elevato di personale infermieristico.
Amministrazione
L’attività decisionale e l’erogazione di servizi nel servizio sanitario è molto decentrata, ma è compito dello Stato decidere le priorità ed il livello totale di risorse disponibili per i differenti tipi di servizi sanitari. le priorità vengono attuate attraverso lo strumento della sovvenzione statale.
Ogni anno il Parlamento approva un piano quadriennale nazionale che stabilisce gli orientamenti generali di assistenza sanitaria e le nuove voci di bilancio e nuovi investimenti da finanziare. Il Ministero degli Affari Sociali e della Sanità assegna le risorse alle provincie (consigli provinciali), che a loro volta le distribuiscono alle municipalità. La spesa delle entrate municipali è gestita da un consiglio municipale eletto localmente ogni 4 anni.