Il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata il 24 dicembre, si è pronunciato sul ricorso avverso al referendum sul codice deontologico riformando la sentenza di primo grado. Il CdS non entra nel merito degli articoli e ribadisce, come aveva fatto il TAR, la legittimità delle procedure adottate per il referendum. Tuttavia, secondo il Consiglio di Stato, oltre agli articoli del Codice andava sottoposta a referendum anche la cd “premessa etica”.
Il CNOP, come precisato nel comunicato del 16 giugno 2023, non aveva inteso sottoporre tale premessa a referendum perché si tratta di un documento di principi ispirato ai valori degli Psicologi europei (EFPA), che il CNOP aveva adottato in modo unanime ed esplicito come base valoriale per la revisione del Codice.
Tale diversa valutazione del Consiglio di Stato, sebbene comporti la necessità di procedere a nuovo referendum tra gli iscritti, non sconfessa in alcun modo i principi adottati dal CNOP né l’articolato del Codice come approvato dal referendum.
Il Consiglio Nazionale si riunirà nei prossimi giorni per una valutazione degli effetti della sentenza e l’adozione dei provvedimenti più opportuni, anche con riferimento ai procedimenti disciplinari tuttora in corso.
È importante evidenziare come quella psicologica sia l’unica professione sanitaria che sottopone alle iscritte e agli iscritti la decisione in merito alle norme deontologiche e non si limita alla sola deliberazione del Consiglio Nazionale. Un valore democratico da difendere e tutelare anche se, come in questo caso, comporta procedure e tempistiche ben più articolate e complesse.