Psicologi: sui vaccini serve senso di responsabilità
Gli Psicologi e le Psicologhe, nella loro piena appartenenza alle professioni sanitarie, così come stabilito dalla Legge 3/2018, partecipano con responsabilità alla campagna vaccinale.
Aderire alla campagna vaccinale è una scelta di salute, pubblica e individuale, e per le professioni sanitarie è anche un obbligo stabilito dalla L.76/2021, al fine di affrontare una situazione di emergenza sanitaria e tutelare l’utenza.
L’obbligo di sottoporsi a specifiche vaccinazioni non è peraltro una novità, in quanto da molti anni lo svolgimento di diverse attività professionali, sanitarie e non, è assoggettato ad uno o più obblighi vaccinali. Si pensi all’antitetanica, alla vaccinazione contro l’epatite B, e antitubercolare. E, come noto, si sta discutendo di ampliare l’obbligo vaccinale a categorie, come gli insegnanti o altre tipologie di lavoratori, che risultano particolarmente esposte verso l’utenza.
Va precisato che l’obbligo di vaccinazione è motivato dalla necessità di protezione dell’utenzadei professionisti che si occupano, in qualsiasi contesto (pubblico o privato) di tutela della salute. Infatti la sanzione di legge, comminata dalle ASL, comporta una sospensione non assoluta, ma limitata alle attività professionale che comportano interazioni in presenza con gli utenti, e quindi la possibile trasmissione della malattia.
Le opinioni personali sono libere, ma questa libertà non può essere mai assoluta, e deve tener conto di aspetti oggettivi e responsabilità collettive. Vanno sempre ricordati i doveri e le responsabilità, deontologiche e normative, proprie di chi si occupa di tutela della salute. E le posizioni personali non possono trovare giustificazione forzando i dati e le evidenze scientifiche, o interpretandoli in modo parziale.
Gli psicologi devono agire tenendo conto – come stabilisce legge 24/2017 e come prescrive il Codice Deontologico – delle evidenze scientifiche, e delle buone prassi condivise dalla comunità scientifica e professionale.
Il Consiglio Nazionale e i Consigli Territoriali dell’Ordine faranno la loro parte sino in fondo a tutela della salute pubblica, come già fatto per dare pieno riconoscimento alla professione in relazione alle priorità di vaccinazione.
Il nostro impegno per il rispetto e l’applicazione delle normative si accompagnerà ad una costante opera informativa e di diffusione delle informazioni offerte alla cittadinanza e ai professionisti dalle istituzioni sanitarie, in primis l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute.
Afghanistan: difendere i valori umani
Dopo la presa di posizione del presidente CNOP, il Comitato Pari Opportunità del CNOP scrive al Presidente Draghi per sollecitare la creazione di corridoi umanitari in Afghanistan. L’emergenza sul piano etico ed umanitario che riguarda la popolazione afgana non può lasciarci indifferenti né come persone, né come professioniste e professionisti. Il Comitato Pari Opportunità, è pronto ad offrire la collaborazione e il sostegno che si dovessero rendere necessari per quanto nelle competenze specifiche della professione.
L’assistenza psicologica nelle carceri è fondamentale
Il CNOP solleva l’attenzione del Governo sulla situazione di compromissione dell’assistenza psicologica nelle carceri. Con una lettera alla Ministra Cartabia e alle Autorità competenti, il Presidente Lazzari segnala come l’insana politica dei tagli al SSN hanno portato le Aziende sanitarie, in molti casi, a ridurre la presenza di operatori sanitari prima impegnati nella sanità carceraria. Il servizio più compromesso è proprio il primo contatto con i c.d. nuovi giunti. Non è stata prevista né una integrazione dell’organico a copertura di un fisiologico turn-over, né una programmazione di potenziamento di questo nevralgico e strategico servizio di prevenzione e tutela psicologica. Il Presidente ha inoltre evidenziato la necessità di prevedere graduatorie diversificate per i professionisti con diverse competenze, come ad esempio criminologi o pedagogisti, rispetto alle graduatorie di professionisti psicologi, al fine di valorizzare gli ambiti di intervento specifici di ciascuna professione.
Aiuta la ricerca per migliorare la professione
L’ Università Vita Salute San Raffaele promuove uno studio su scala nazionale per indagare le conoscenze circa il Disturbo Borderline di Personalità nella comunità psicologica e psicoterapeutica italiana.
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