Il 10 settembre è la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio promossa dall’International Association for Suicide Prevention (IASP) e dalla World Health Organization (WHO), per aumentare la consapevolezza nella comunità scientifica e nella popolazione generale che il suicidio è un fenomeno che può essere prevenuto.
La WHO stima che ogni anno nel mondo muoiano un milione di persone per suicidio, ogni minuto due morti per suicidio, in Italia si contano in media 4 mila morti per suicidio l’anno, l’equivalente di un piccolo Comune.
I dati emersi da studi internazionali, evidenziano il fatto che il comportamento suicidario è un fenomeno complesso e solitamente una sola causa non è sufficiente a spiegare un atto suicidario. Durante gli ultimi tre decenni la raccolta di fattori di rischio per il suicidio hanno evidenziato cause biologiche, culturali, psicologiche, contestuali che possono influenzare il rischio di suicidio.
Va inoltre considerato che ogni suicidio lascia dietro di se una lunga scia di dolore, di domande angosciose, sofferenza e spesso traumi, che risultano ancora vivi dopo anni se chi resta non ha avito modo di affrontare il problema in un contesto competente.
“Oggi di fronte ad un malessere psicologico accentuato dalla pandemia è necessaria una azione di prevenzione ancora più significativa, utilizzando le appropriate strategie psicologiche.” Ha sottolineato il presidente CNOP David Lazzari. “Come Comunità professionale psicologica evidenziamo la necessità di non voltare lo sguardo altrove, perché si tratta della punta drammatica di un iceberg di disagio e sofferenza psicologica, spesso sottovalutata e trascurata. Per quanto ci compete attiveremo come CNOP un comitato tecnico di esperti del tema per implementare le politiche nel settore e l’azione della Comunità professionale. Conoscere più da vicino questa tematica e affrontarla in modo adeguato è molto importante sul piano umano e sociale.”