10 settembre 2020 – Nel programma CNOP di inizio mandato (febbraio 2020) sono indicati i principali obiettivi di lavoro. Tra questi dotare la Scuola italiana di competenze psicologiche. Una necessità che si è amplificata e resa urgente con la pandemia, che ha messo milioni di bambini, ragazzi e docenti di fronte ad una realtà nuova e difficile, comprimendo e modificando i normali contesti e canali relazionali, di socialità e di apprendimento.
Problemi segnalati dal CNOP al Governo già nel marzo us, evidenziando la necessità di aiuto psicologico diffuso per studenti, docenti e famiglie da subito e di prevedere una presenza omogenea di Psicologi alla riapertura delle scuole. Una necessità presente nel “Piano Colao”, elaborato dalla Task Force del Governo ove era presente la collega Prof. Camussi e ben documentata alla Ministra Azzolina anche dalla Prof. Lucangeli quale componente della Task Force specifica per la Scuola.
Tale necessità è stata alfine recepita nell’Accordo tra Governo e sindacati della scuola del 6 agosto scorso: esito di questo percorso e tappa fondamentale, che tuttavia rimanda a successive intese e provvedimenti.
Da allora il CNOP si è reso immediatamente disponibile per la migliore attuazione di questo obiettivo ma il Governo ed il Ministero sono stati impegnati da altre priorità: banchi, aule, trasporti, misure sanitarie, ecc. e siamo in urgente attesa che si possa non conoscere le intenzioni e ci si possa confrontare sulla materia.
Il CNOP evidenzia come le persone tornano a Scuola dopo sei mesi di assenza e di pandemia, con un disagio accumulato nel tempo, che spesso raggiunge livelli elevati, come ci dicono i dati sullo stressometro e i documenti nazionali ed internazionali (Documento ONU del 13 aprile; Rapporto Istituto Superiore di Sanità del 31 maggio) e devono affrontare una realtà inedita e complessa, che richiede la gestione delle dinamiche di gruppo, oltre che individuali, per costruire un clima di collaborazione, cooperazione ed ascolto, di rassicurazione. Necessario per favorire il rispetto delle regole, la gestione delle paure e i timori sul giudizio dei pari e della stigma sociale. Senza la creazione di questo “clima”, che richiede la messa in campo di adeguate competenze psicologiche, il contesto scolastico può diventare un amplificatore del disagio oltre a rendere difficile l’adesione alle norme di protezione e la loro concreta applicazione.
La Psicologia non serve solo ad affrontare il disagio quando si è strutturato ma deve servire soprattutto a prevenire, promuovere risorse per fronteggiare lo stress, sviluppare comportamenti positivi e migliorare le relazioni.