1 ottobre 2020 – Il suicidio del bambino di Napoli, al di là delle circostanze specifiche da appurare, accende un faro sulle nuove forme di violenza ed abuso sui bambini e gli adolescenti, che vengono sfruttati in modo perverso dalle nuove tecnologie.
Nessuno vuole criminalizzare la rete o i social, che offrono anche grandi opportunità, ma è evidente che si prestino ad essere terreno fertile per grandi violazioni, dalle quali i minori sono spesso indifesi.
Il mondo online porta in sé una duplice anima: indispensabile strumento democraticamente alla portata di tutti ed anche possibile fonte di rischi di diverso tipo.
Questo quindi lascia gl’indifesi ,perché in difficoltà o perché minori, soli di fronte al mare magnum di tutto ciò che in rete si può trovare.
Come camminando per strada possiamo incontrare persone e fare esperienze di diverso tipo e mai immagineremmo di lasciare bambini piccoli e meno piccoli da soli senza la nostra vigile attenzione così è imperativo immaginare come accompagnare i più e meno piccoli nel cammino nella rete, benchè virtuale.
Viviamo in un mondo che mette l’infanzia davanti ad un numero enorme di sollecitazioni, che spesso non possono essere gestite sul piano emotivo creando scompensi e vulnerabilità. E’ necessario che, al di là della performance, si punti alla costruzione di uno sviluppo armonico, che ha nell’affettività una componente essenziale.
Lazzari, presidente CNOP: “La nostra società sembra aver smarrito gli ingredienti base che sono necessari per costruire una personalità equilibrata. E’ fondamentale che, al di là della retorica, si punti a fornire maggiori risorse psicologiche alle famiglie, alla scuola, alla comunità, per favorire nuove consapevolezze e sviluppare nuove competenze di vita.”