Il TAR Lazio con sentenza pubblicata il 5 giugno 2024 ha respinto nella loro totalità le contestazioni fatte nel metodo della consultazione e nel merito da un gruppo di iscritte/i all’Ordine.
Il Tribunale conferma con questa sentenza la legittimità delle scelte fatte dal CNOP sia nella fase di comunicazione e pubblicizzazione del referendum che nella conduzione dello stesso, con l’utilizzo di una piattaforma per il voto online in possesso dei più elevati standard di sicurezza.
Il TAR ha anche respinto le contestazioni nel merito con motivazioni che premiano lo sforzo compiuto, con il coinvolgimento della Comunità professionale, per un aggiornamento partecipato e condiviso del nostro Codice. A tale riguardo il Collegio giudicante ritiene che nel Codice e nelle sue premesse etiche non siano ravvisabili quelle violazioni dei principi fondanti della professione denunciati in sede giudiziaria, ed anzi, “tali contenuti e principi (tra cui il rispetto e promozione dei diritti e della dignità della persona, competenza, responsabilità, onestà, integrità, lealtà e trasparenza), appaiono tutti riconducibili direttamente alla Costituzione, oltre a rispondere al principio cardine di qualsiasi ricercatore e professionista a fondare le proprie ricerche e la propria pratica professionale su conoscenze scientifiche specifiche, discusse e condivise dalla comunità scientifica internazionale e nazionale.”
La Sentenza del TAR riconosce la legittimità di un percorso di aggiornamento del Codice e di definizione dei principi etici ai quali il Codice si ispira, che è durato oltre due anni, iniziato con il lavoro preparatorio della Commissione e Osservatorio Deontologico nazionale, e che ha visto tra l’altro il confronto con gli Ordini territoriali nel novembre 2021, la consultazione della Comunità professionale mediante questionario nel giugno 2022 ed è approdato alla consultazione referendaria del settembre 2023.
Non esistono raffronti con altre professioni di un simile coinvolgimento delle iscritte ed iscritti, ma è nostra convinzione che questa materia sia una delle basi della comune identità professionale, tanto più necessaria in relazione alle sempre maggiori responsabilità e ruolo sociale della professione psicologica.
Si conferma, quindi la scelta fatta dalla Comunità professionale e adottata dal CNOP che ha approvato l’aggiornamento del Codice nel senso di “rafforzare, in tal modo, l’identità della figura professionale, equiparata alle professioni sanitarie, che ne uscirà rafforzata e la validità delle prestazioni, riconosciuta al pari di quelle, superando le diffidenze (o pregiudizi) che ancor oggi inducono molti a non rivolgersi a tale categoria professionale.” Come anche ricordato dal TAR nella sentenza in commento.
Un percorso, quello di revisione della deontologia, che – come esplicitamente dichiarato – non si conclude con questa pur significativa revisione, ma proseguirà sia con la prevista riforma delle commissioni deontologiche istruttorie (che saranno esterne ai Consigli dell’Ordine) che con un’azione progressiva di riflessione e confronto per l’adeguamento dinamico del Codice.