13 marzo 2020 – La Comunità professionale degli Psicologi si è mobilitata con molteplici modalità per dare aiuto ed assistenza alla popolazione nella emergenza COVID-19, con iniziative in gran parte di puro volontariato.
A fronte di questa attivazione tuttavia, la normale attività libero professionale è entrata in forte sofferenza. L’esigenza di limitare gli spostamenti ha portato ad una drastica riduzione dell’attività, prima nella zona rossa e poi in tutto il Paese.
Vi è poi da aggiungere che in molti casi la prestazione professionale viene resa da liberi professionisti in contesti che hanno cessato le attività a seguito dei Decreti emanati (es. scuola). In tutti questi casi la cessazione dell’intervento è avvenuta per disposizioni generali.
Nel complesso i liberi professionisti in generale – e tra questi certamente gli Psicologi – hanno avuto tangibili conseguenze economiche da questa emergenza.
Il CNOP da subito si è posto il problema ed ha attivato diverse iniziative:
- avviata una azione congiunta con ENPAP per sottolineare la necessità di un sostegno alle professioni;
- indirizzato una nota a tutti gli Ordini professionali per una azione sinergica verso Governo e Parlamento.
In questi giorni inoltre il CNOP, attraverso il presidente Lazzari, ha posto all’attenzione del Ministro dell’Economia Gualtieri, di quello della Salute Speranza, dei Presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanza di Camera e Senato e dei referenti economici delle Forze Politiche di Governo l’importanza che:
“pur rendendoci conto delle difficoltà complessive del Paese, le norme che saranno varate tengano conto della necessità di dare sostegno a questi professionisti, in modo tale da consentire loro di recuperare la quota di reddito che è venuta a mancare.”