Creare confusione tra gli iscritti e diffondere notizie false è un atto di irresponsabilità istituzionale, che rimane grave anche se fatto per strategia politica, poiché il consenso va ricercato sulla verità e non sulla costruzione di notizie fasulle.
Il CNOP ha recentemente deliberato all’unanimità la sospensione delle procedure elettorali per un massimo di sei mesi perché non si poteva procedere diversamente, stante una diversa e opposta interpretazione dei Ministeri della Giustizia e della Salute e la necessità – palesata dai ministeri – di giungere ad una univoca e certa interpretazione della nuova normativa elettorale contenuta nel DL 30.12.16 n.244 convertita dalla legge n.19 del 27.02.17.
I componenti del CNOP, compresi anche coloro che si pongono all’opposizione, hanno ricevuto tutti gli atti propedeutici all’istruttoria di questa delibera e nessuno ha mai rilevato criticità, né tanto meno illegittimità.
La normativa in oggetto viene da lontano e precisamente dal disegno di legge di riforma degli Ordini delle professioni della salute (DdL Lorenzin) che ha previsto il cosiddetto “allineamento elettorale”, ovvero che tutti i consigli regionali siano eletti contemporaneamente.
Si tratta di un tema importante per la funzionalità dell’Ordine nazionale e quindi per garantire la rappresentanza della Professione. Infatti gli organismi nazionali vanno a regime solo quando sono eletti tutti i presidenti e tale pieno regime cessa quando iniziano le tornate elettorali.
Negli anni si è prodotta una lunga “finestra” elettorale, di quasi due anni, tra il primo consiglio che vota e l’ultimo, con intuibile e grave criticità nella funzionalità degli organismi nazionali.
È talmente evidente tale situazione che ha spinto il Parlamento – sotto gli auspici del Ministero della Salute, che dal 2007 è l’unico che esercita l’alta vigilanza sull’intero Ordine (art. 29 l. 56/89) – ad anticipare la norma del DdL Lorenzin nel DL 30.12.16 n. 244 (milleproroghe), perché i tempi di approvazione del DdL Lorenzin rischiavano di vanificare l’intento dell’”allineamento”.
Appare infatti evidente che, se anche un solo consiglio in scadenza fosse andato ad elezioni, sarebbe saltata la possibilità di un rinnovo complessivo e contestuale su scala nazionale, con immediata e tempestiva elezione degli organismo nazionali.
La volontà del Parlamento, chiara anche negli atti parlamentari che hanno portato alla norma, ha trovato tuttavia una diversa interpretazione tra il Ministero della Giustizia, con la previsione di ben tre turni elettorali spalmati su tre anni, con l’effetto paradossale di amplificazione di non funzionalità degli organismi nazionali, e il Ministero della Salute, promotore della normativa, invece sostenitore dell’allineamento temporale delle elezioni degli ordini.
La delibera del CNOP peraltro non “sceglie” un parere, ma sospende le procedure elettorali per un massimo di sei mesi in attesa che Salute e Giustizia diano un parere univoco.
Nel frattempo il DdL Lorenzin, che è stato appena votato in seconda lettura alla Camera e tra poco lo sarà definitivamente dal Sentato, farà venir meno l’intera questione perché ogni residua competenza di Giustizia transiterà al Ministero della Salute.
Chi si preoccupa realmente per la Professione dovrebbe tutelare l’organismo rappresentativo nazionale, garantendone la piena funzionalità, così come chiaramente prescrive la legge.
Tra altro non si comprende per quale motivo soltanto alcuni ordini dovrebbero andare ad elezione e non invece tutti gli altri: due pesi e due misure.
In ultimo, la illegittimità di un atto amministrativo, la delibera in questione, viene determinata solo dalla sentenza del magistrato. Perché, se qualcuno la ritiene tale, non procede presentando regolare ricorso giudiziale?
Si allega per completezza la delibera del CNOP , il verbale della seduta e il parere del Ministero della Salute