La Psicologia ci insegna che la realtà non può mai essere letta in modo dicotomico “bianco/nero”, ma va vista nella sua complessità. E questa del “bonus” è una vicenda complessa, che merita di essere letta, sia pure sinteticamente, e capita nella sua importanza e nelle sue notevoli implicazioni.
Per coglierne il valore si deve guardare da un lato alle fortissime resistenze che ci sono state, e che sono riuscite per lungo tempo a bloccare questa proposta (con la scusa strumentale che sottraeva risorse ai servizi pubblici, quando per i servizi occorrono cifre ben diverse) e dall’altra la sensibilità dei cittadini che ha fatto diventare il tema popolare.
L’analisi della realtà mostra come, nei fatti, l’Italia sino ad oggi ha assicurato attenzione pubblica solo alle malattie psichiatriche, confinando il tema dei disturbi/disagi psicologici alla categoria del privato. Sono mancate politiche di sostegno e promozione psicologica nella scuola, nel sociale e nella sanità non si è investito in servizi specificamente psicologici.
Il tentativo portato avanti dal CNOP di costruire una rete psicologica pubblica non nasce con la pandemia ma con la pandemia si è molto rafforzato, riuscendo a far passare sempre di più il messaggio del valore dei bisogni e delle risposte di tipo psicologico. Il tema del “bonus” ha fatto finalmente da ponte tra i bisogni avvertiti dalla popolazione e una specifica proposta avanzata dal CNOP e ripresa da alcuni politici, non per caso il “bonus salute mentale” è stato ribattezzato da tutti “bonus psicologico”.
Questa proposta è riuscita ad intercettare la sensibilità popolare e dargli voce, ecco perché è diventata così attenzionata nei media e così forte da sconfiggere le resistenze tenaci che ci sono state. Ed è stata approvata alla fine da tutte le forze politiche. Certamente è una goccia nel mare dei bisogni ma apre una strada che può avere importanti sviluppi.
Lo Stato riconosce attenzione alle “condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica”; riconosce l’importanza e la priorità di una risposta di cure psicologiche; riconosce che non ci sono adeguati servizi pubblici per fare questo; riconosce il valore della libera professione in questo campo e il ruolo complementare che può avere con i servizi pubblici.
Non c’era mai stato un bonus o voucher per problemi di salute, così come non c’era mai stato un ruolo “pubblico” per i liberi professionisti nel nostro campo.
E’ molto significativo che il Parlamento e il Ministero della Salute, che ha dovuto esprimersi sull’emendamento, hanno finalmente mostrato di capire che c’è una problematica di tipo psicologico (al di là delle terminologie utilizzate) che va al di là della malattia mentale in senso stretto ed è molto più ampia. Il riferimento della lettera “c” del 1 comma “potenziare l’assistenza per il benessere psicologico individuale e collettivo, anche in assenza di una diagnosi di disturbi mentali, e per affrontare situazioni di disagio psicologico, depressione, ansia e trauma da stress” è esplicito da questo punto di vista.
E’ anche interessante che il presidente Draghi, che si espresse infelicemente sugli Psicologi “saltafila” nei vaccini, sia tornato a parlare della nostra professione in termini molto differenti, affermando la necessità di aiutare le famiglie ad affrontare le spese per l’aiuto psicologico.
Ora abbiamo più forza per lavorare agli obiettivi che ci siamo prefissi: psicologia scolastica, psicologo di assistenza primaria, servizi psicologici nelle ASL e ospedali, presenza di psicologi nei servizi per il sociale, servizi per il lavoro.
Ma abbiamo più forza – e un precedente – per lavorare a forme di accreditamento tra libera professione e servizi pubblici.
Certamente ogni risultato può essere letto in ciò che manca, perché non è mai perfetto ed esattamente come lo avremmo voluto. Ma il contrario di qualcosa è il nulla. E non crediamo che il nulla, pur avendo il vantaggio di essere inattaccabile e non prestarsi a critiche di parte, sia preferibile.
Stiamo raggiungendo ed abbiamo obiettivi molto ambiziosi, che sembravano impensabili sino a poco tempo fa, ma per ottenere risultati è fondamentale l’impegno di tutta la Comunità professionale. Dobbiamo remare nella stessa direzione, altrimenti manderemo pericolosi segnali di debolezza alla politica e i tanti competitor che abbiamo.
Il DDL cd “Milleproroghe” dove è contenuta la norma bonus/servizi, dopo l’approvazione della Camera, passerà al Senato, dove – allo stato – si prevede una approvazione definitiva senza modifiche.