28 aprile 2020 – E’ partita ieri l’iniziativa del Ministero della Salute di un “numero verde” nazionale per il supporto psicologico alla popolazione. In relazione a questo sono giunte molte richieste di informazioni e delucidazioni al CNOP rispetto alle quali dobbiamo precisare che l’Ordine non è in alcun modo parte attiva dell’iniziativa.
Il “numero verde”, come si evince dal comunicato del Ministero, vuole costituire una delle risposte al diffuso problema del disagio psicosociale e prevede due livelli. Il primo livello è di ascolto telefonico e si basa sull’attività delle associazioni psicologiche nazionali accreditate in Protezione Civile che il Ministero ha coinvolto e si sono rese disponibili, e prevede l’intervento di professionisti ingaggiati con le regole della Protezione Civile ed i relativi benefici di legge.
Come si legge nel comunicato nel caso ci sia bisogno di “fornire un ascolto più approfondito e prolungato nel tempo, le chiamate saranno indirizzate verso il secondo livello di cui fanno parte, oltre ai servizi sanitari e sociosanitari del SSN, alcune società scientifiche in ambito psicologico”.
In questo caso il Ministero, oltre all’attività dei servizi pubblici, si avvale della disponibilità solidale (sino a 4 colloqui) di alcune società scientifiche che fanno parte dell’elenco di tutte quelle (sono 24) che si sono accreditate al Ministero nel 2017-18 in base al DM 2 agosto 2017 per partecipare alla stesura di Linee Guida in campo sanitario come previsto dalla legge 24/2017.
La Consulta delle società scientifiche presso il CNOP è stata istituita nel 2019 per favorire l’azione delle società di ambito psicologico nella definizione di Linee Guida e buone prassi e ne fanno parte le 24 società accreditate in precedenza presso il Ministero. La partecipazione a tale momento consultivo è una scelta libera delle singole società e non comporta alcun ruolo vincolante del CNOP nei confronti delle società medesime.
Per il numero verde le società scientifiche hanno interloquito direttamente con il Ministero ed alcune, in piena e totale autonomia, hanno aderito alla richiesta loro indirizzata. Non vi è stato alcun coinvolgimento della Consulta in quanto tale ma delle singole società accreditate al Ministero (e quindi facenti anche parte della Consulta). Ed infatti l’adesione o meno è stata una scelta individuale e soggettiva delle diverse società, alcune delle quali peraltro avevano già attivato iniziative solidali.
L’iniziativa che il Ministero ha inteso adottare è un riconoscimento dell’importanza degli aspetti psicologici della pandemia e una prima, ancorché certamente non esaustiva, risposta, come peraltro si legge anche nel comunicato ufficiale.
E’ infatti necessario un potenziamento urgente dei servizi psicologici pubblici, a partire dalla scuola, dal mondo del lavoro, delle comunità locali, anche a supporto delle fasce deboli della popolazione. Questo potenziamento urgente del dell’assistenza psicologica può realizzarsi immediatamente mediante l’adozione di programmi di prevenzione/promozione che investono l’ambito sociale (scuola, comunità, organizzazioni) fornendo ai cittadini “bonus” o tramite convenzioni che consentano alle fasce deboli della popolazione di accedere al sostegno ed alle cure rivolgendosi direttamente agli psicologi liberi professionisti.