Tutelare il concetto di terapia

Insieme agli altri Ordini Sanitari abbiamo espresso tutta la nostra preoccupazione al Ministro della Salute per le conseguenze dell’approvazione della norma per il riconoscimento della mototerapia, “quale terapia complementare per rendere più positiva l’esperienza dell’ospedalizzazione, per contribuire al percorso riabilitativo dei pazienti e per accrescere l’autonomia, il benessere psico-fisico e l’inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità”. La norma tradisce la fede pubblica sul termine terapia contribuendo ad alimentare false aspettative terapeutiche in assenza delle necessarie e quanto più robuste evidenze scientifiche.
Nel caso della mototerapia non esistono sufficienti e accreditate prove di efficacia che sostengano che l’uso di moto elettriche in corso di vari quadri patologici e di profili di disabilità.
Le persone hanno bisogno di cure appropriate e di una continuità assistenziale e sociosanitaria che li accompagni nel loro percorso di vita.
È necessario garantire l’accesso ai diritti fondamentali, in un momento caratterizzato da risorse economiche insufficienti, penuria di professionisti sanitari, si auspica un cambiamento nelle norme che non rispondono né ai principi scientifici né a quelli dell’ appropriatezza delle cure.

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