Comunicato del Comitato Pari Opportunità del CNOP – Contrastare e prevenire la violenza
Il Comitato per le Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, dinanzi al vorticoso susseguirsi in questi giorni degli episodi di violenza sulle donne, ed in particolare sulle ragazze ad opera di uomini adulti, appena maggiorenni, ma anche di numerose persone minorenni, esprime in primo luogo una sostanziale e incondizionata solidarietà alle vittime, auspicando fortemente che nel corso delle procedure giudiziarie a venire siano evitati quanto più possibile esiti di vittimizzazione secondaria.
Nel contempo non può non prendere in considerazione il profondo disagio psicologico espresso nei fatti dagli autori delle violenze, elemento questo reso particolarmente rilevante dal fatto che nella grande maggioranza sono in piena età evolutiva.
Di fronte a questo la professione alla quale apparteniamo ha da tempo evidenziato le principali criticità e proposto iniziative di contrasto e prevenzione.
Vogliamo qui ricordare quanto sia rilevante combattere gli stereotipi di genere fin dalla primissima infanzia: essi infatti non funzionano solo come “lenti deformanti” nella gestione e nella lettura delle relazioni, ma concorrono in larga misura a costruire la cultura patriarcale di controllo e potere, elementi questi che contengono inevitabilmente il nucleo della violenza.
La disseminazione dei servizi psicologici nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle cure primarie, nell’educazione degli adulti e nella formazione continua può e deve diventare uno strumento forte di intervento preventivo, uno stimolo a decostruire il pensiero omologato e a utilizzare il corretto alfabeto emotivo, la capacità di percepire le proprie emozioni, anche se disturbanti, e di vedere l’altra persona come tale e non come oggetto. E, alla base di questi processi, il riconoscimento del consenso libero e sostanziale come base di ogni relazione sana.
La decodificazione degli stereotipi di genere, unitamente alla percezione dei “germi” della violenza fin dal primo apparire, dovrebbero essere elementi di formazione trasversale “di base” per gli operatori della scuola, della giustizia, della salute e per le forze dell’ordine. E dovrebbero entrare nell’educazione permanente di chiunque abbia una facoltà di decisione in ambito familiare e professionale sull’etica delle relazioni, nonché di trasmissione di atteggiamenti e di comportamenti; e, beninteso, ci riferiamo ad elementi di crescita validi per tutte le persone, qualunque sia il genere di appartenenza.
D’altro canto non possiamo non sottolineare la necessità di un effettivo e non formale recupero degli autori di violenza, con particolare riguardo agli autori minorenni.
Benché a macchia di leopardo è un lavoro che si è messo faticosamente in moto negli ultimi anni, ma troppo lentamente di fronte alla velocità degli strumenti di manipolazione e disseminazione della violenza.
Occorrono maggiore sistematicità, costanza e competenze specifiche: servono leggi nazionali e regionali e servizi psicologici effettivi e gratuiti.
Noi psicologhe e psicologi possiamo dare su questi temi un forte contributo alla società civile che, peraltro, lo richiede in molte forme. Facciamo presto.