Si è svolta il 5 giugno l’audizione del presidente CNOP David Lazzari a Palazzo Chigi sui decreti attuativi della legge 33/2023 “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”, alla presenza della viceministro alle Politiche Sociali on. Bellucci e della Sottosegretario al MEF On. Albano.
“La legge 33/2023 costituisce una iniziativa di grande portata sociale e culturale, quella di attuare in forma organica e coordinata nuove politiche per la tutela della qualità della vita e la salute delle persone anziane. Una legge delega che tiene conto degli aspetti e dei bisogni psicologici, che devono ora trovare adeguato spazio operativo nei decreti attuativi” ha evidenziato il presidente Lazzari.
La professione psicologica, nelle sue diverse declinazioni – come psicologia clinica, psicologia sociale e di comunità, neuropsicologia, psicoterapia – si trova ad applicare strategie ed interventi – individuali, di gruppo, collettivi, di prevenzione, promozione, sostegno, cura e riabilitazione – che derivano dalle scienze psicologiche. Scienze che da anni hanno studiato e fornito indicazioni operative per migliorare la qualità della vita e la salute delle persone anziane, nel contesto di evidenze che mostrano il ruolo della dimensione psicologica (vissuti, pensieri, emozioni, atteggiamenti, comportamenti, relazioni) nel modulare i processi biologici, i livelli di stress, le scelte e ciò che la persona fa o non fa, il rapporto con le altre persone ed il contesto di vita.
Gli equilibri adattivi, l’adozione di atteggiamenti e comportamenti funzionali, le perfomance cognitive ed emotive, in salute e in malattia, dipendono molto dai fattori psichici, che possono retroagire positivamente o negativamente sul substrato cerebrale e fisiologico.
Le aree scientifiche come la psicologia dell’invecchiamento, la neuropsicologia e le scienze cognitive, la psicologia della salute hanno mostrato la possibilità di assicurare interventi di successo per aiutare le persone anziane e i loro caregiver ad affrontare positivamente i problemi di queste fasi della vita. Ecco perché risulta essenziale, per una politica efficace oltre che efficiente, tenere in considerazione non solo i bisogni strettamente legati al corpo o quelli legati al contesto sociale, ma anche i fattori soggettivi e relazionali, cioè psicologici, che costituiscono la parte più significativa della persona umana.
Il ruolo della psicologia all’interno dei servizi per l’anziano è di riportare al centro dell’atto di cura e del prendersi cura la persona, con la sua storia non solo clinica, ma personale (soggettiva, relazionale). Nei diversi luoghi in cui gli anziani vengono accolti mutano le esigenze psicologiche degli utenti e la disponibilità di figure professionali capaci di cogliere e intervenire sui bisogni specifici. È evidente come la psicologia abbia ampio spazio di azione nella gestione di situazioni in cui l’elemento di cronicità è rilevante, soprattutto con interventi volti al miglioramento della qualità di vita e al benessere dell’individuo e della sua rete primaria di caregiver, familiari e professionali. Eppure in Italia c’è una diseguale distribuzione delle strutture/servizi di Psicologia a livello nazionale/regionale con quadri normativi estremamente differenti tra le Regioni, ed anche una grande eterogeneità tra gli erogatori professionali, sia in termini di modelli organizzativi che delle attività, con sovrapposizioni tra servizi e professioni competenti, una dispersione delle risorse e una frammentazione delle risposte attraverso la presenza sporadica di psicologi (raramente strutturati e più frequentemente con forme di contratto precarie, su singoli progetti) presso i servizi/Unità operative.
Nell’art.2, comma 2a della Legge 33/2023, si sottolinea la promozione del valore umano, psicologico e sociale della persona anziana come principio fondante la legge in oggetto. L’attenzione al benessere psicologico è ripresa, nel punto C, nella previsione di azioni di contrasto all’isolamento e al vissuto di solitudine.
Il ruolo dello psicologo assume rilevanza ampia e applicazioni trasversali nelle declinazioni operative della legge, ben integrandosi con le competenze e le funzioni degli altri attori della prevenzione, dell’assistenza e della cura.
La presenza delle competenze psicologiche va prevista nei servizi sociali (ATS), sanitari (cure primarie, Case di Comunità, servizi specialistici, ospedali), nelle strutture semiresidenziali e residenziali (RSA), con riferimento specifico alle equipe di valutazione multidimensionale, ai Centri Disturbi Cognitivi e Demenze, alle reti per le cure palliative.
In relazione allo spessore dei bisogni (popolazione generale, situazioni di cronicità, non autosufficienza) le competenze riguardano:
- Popolazione generale: Interventi per l’invecchiamento attivo e promozione dell’autonomia delle persone anziane, la prevenzione, promozione e screening nella popolazione over 65 anni, la programmazione di iniziative di sensibilizzazione, intercettazione di situazioni di solitudine emotiva, di disagio psichico, favorire processi di adattamento;
- Persone non autosufficienti: presenza dello psicologo all’interno della valutazione multiprofessionale unificata, Inoltre, le competenze di psicologia delle relazioni familiari permettono di cogliere la “tenuta” psicologica della famiglia e di conseguenza migliorare l’appropriatezza dei servizi offerti; definizione di una presenza stabile e continuativa di almeno uno psicologo in ogni CDCD; presenza in forma stabile e continuativa nel servizio di assistenza domiciliare integrata, specifiche competenze in ambito riabilitativo (es. riabilitazione cognitiva, nel caso delle demenze) o di counselling psicoeducazionale al caregiver.
- Nella prevista rimodulazione del personale in dotazione alle strutture residenziali e semiresidenziali si ritiene necessario prevedere la presenza dello psicologo obbligatorio nei contesti accreditati, per valutare le competenze cognitive, realizzare programmi riabilitativi, formare e sostenere il personale socioassistenziale e l’équipe, per prevenire fenomeni di burn out ed intervenire nelle criticità relazionali della famiglia.
Nell’identificazione dei fabbisogni relativi alle professioni e ai professionisti afferenti al modello di salute bio psico sociale si rammenta che la componente psicologica è presente nella prevenzione, nella promozione della salute, nella cura, nella riabilitazione, nell’assistenza alla cronicità, nelle attività di supporto al personale e all’organizzazione, compresi i problemi legati allo stress ed al burnout degli operatori della salute.
Le aree cui è necessario prevedere o aumentare la presenza degli psicologi sono essenzialmente: servizi sociali, sanitari (cure primarie, Case di Comunità, i servizi specialistici, gli ospedali) e l’ambito dei servizi semiresidenziali e residenziali.