La Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il Disegno di Legge sull’equo compenso. L’approvazione, se confermata in Senato, costituirà un incoraggiante è fondamentale punto di partenza per una più appropriata tutela e valorizzazione delle attività professionali, ivi compresa quella esercitata dagli psicologi.
Rilevante, nel testo legislativo in via di definitiva approvazione, è in primo luogo, la previsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai parametri di riferimento stabiliti per ciascuna professione (per gli Psicologi, ad oggi, quelli contenuti nell’allegato 1 – tabella D, DM Salute n.165 del 19 luglio 2016.
Nel complesso, il testo, composto di 13 articoli, interviene sulla disciplina in commento con la finalità di rafforzare la tutela del sia in senso sostanziale che processuale. In particolare, essa trova applicazione per le attività svolte in favore della pubblica amministrazione, delle società a partecipazione pubblica, delle società ed imprese private che hanno almeno 50 dipendenti o ricavi annui superiori a 10 milioni, stabilendo che siano nulle le clausole che prevedono un compenso per il professionista inferiore ai parametri, ovvero che creano uno squilibrio nei rapporti tra professionista e impresa, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo ed indennizzare il professionista leso.
È poi attribuito agli ordini e i collegi professionali il compito di adottare disposizioni deontologiche volte a sanzionare il professionista che violi le disposizioni sull’equo compenso.
E inoltre disposto che i committenti possano adottare modelli standard di convenzione concordati con gli enti rappresentativi di ciascuna professione, ampliando inoltre la valenza giuridica del parere di congruità emesso dall’ordine professionale nell’ambito dei giudizi inerenti al compenso dovuto al professionista.
Da ultimo, il testo, consente la tutela dei diritti individuali dei professionisti attraverso l’azione di classe, proposta direttamente dalle rappresentanze professionali ed istituisce un apposito Osservatorio nazionale sull’equo compenso presso il Ministero della Giustizia con il compito di vigilare sul rispetto della legge, esprimere pareri o formulare proposte sugli atti normativi che intervengono sui criteri di determinazione dell’equo compenso o disciplinano le convenzioni e segnalare al Ministro della giustizia pratiche elusive delle disposizioni sull’equo compenso.
Come anticipato si tratta di un intervento, non totalmente risolutivo di tutte le problematiche esistenti, ma certamente incoraggiante rispetto alle prospettive di ulteriore e complessiva tutela della professione.