28 aprile 2022 – Si celebra oggi, giovedì 28 aprile, la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. Nel mondo muoiono ogni anno due milioni di persone in occasione di lavoro, l’80% per malattie professionali e malsane condizioni di lavoro. In Italia l’anno scorso sono stati denunciati 555.236 infortuni, contro i 554.340 del 2020. A livello nazionale le morti bianche sono state 1.221 (più di tre al giorno), senza una variazione significativa rispetto alle 1.270 del 2020.
Aumentano sensibilmente le denunce di malattie professionali, come ad esempio le patologie a carico dell’apparato muscolo scheletrico o dell’udito. L’anno scorso sono state 55.288 a livello nazionale (+22,8% rispetto al 2020).
Questi anni di forte incertezza, tra pandemia e “venti di guerra” hanno mostrato come sia intenso il disagio psicologico e come questo abbia avuto un ruolo circolare, sia di causa che di effetto, sull’equilibrio delle organizzazioni. In molti casi questo disagio ha preso anche la forma di vere e proprie condizioni di sofferenza psicopatologica! Verrebbe da chiedersi però in quanti casi queste, che sono a tutti gli effetti malattie professionali, trovino accoglienza da parte degli enti preposti, sia a livello di vigilanza e controllo (Regioni, ASL, Ispettorato del Lavoro), sia a livello di riconoscimento INAIL.
L’impatto del disagio mentale sul lavoro è infatti fortissimo, in termini di ore lavorative perse si stima un costo sociale pari a 4 miliardi di euro. Secondo lo studio condotto da Janssen Italia, la depressione fa perdere in media 42 giorni di lavoro all’anno, circa 1 a settimana! Anche i dati AIFA vanno nella stessa direzione e ricordano che questo disturbo interessa circa il 12,7% della popolazione.
Secondo un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università di Padova, nel recente periodo pandemico, l’88,6% della popolazione ha lamentato sintomi da stress, con evidenti ripercussioni sulle organizzazioni e sul lavoro. L’Organizzazione Mondiale Sanità conferma che i problemi di salute mentale sono la prima causa di assenteismo lavorativo e che una persona su 4, in una fase della sua vita, è colpita da un disturbo mentale.
Questi numeri parlano chiaro! Occorre un piano nazionale per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che dia la giusta dignità alla componente psicologica e comportamentale, ad ogni livello della filiera della prevenzione.
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