31 maggio 2020 – Domenica 31 maggio 2020, si celebra la XIX Giornata Nazionale del Sollievo. Istituita per “promuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione” (G.U. 16 luglio 2001). Nel corso degli anni l’obiettivo della Giornata – promossa e patrocinata dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti – è andato ampliandosi, abbracciando quasi tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita.
In Italia esiste una legge sul dolore (legge 38/2010), indicazioni operative sulle cure palliative (Accordo Stato-Regioni del 10 luglio 2014), una normativa sulla “umanizzazione” (Intesa Stato-Regioni del 20/12/2012, del 19/2/2015, Accordo Stato-Regioni del 26/10/2017 e del 01/08/2018) che prevedono un contesto ed un approccio alla cura che abbia come “focus” non solo corpi ma persone. Che tenga conto della biologia ma anche della psicologia. Ancora di più nelle situazioni più dolorose, delicate ed estreme.
Questo richiede equipe assistenziali che prevedono la presenza dello Psicologo, chiamato a lavorare con la persona malata, bambini, adulti e anziani, con i familiari, con gli altri operatori ed anche con i volontari.
A fonte di queste norme e di queste previsioni il CNOP denuncia la latitanza di Stato e Regioni sull’assistenza psicologica in questo campo, sia in Ospedale che nell’assistenza domiciliare. Secondo i dati di Cittadinanzattiva (2020) nella gestione del dolore la mancanza di sostegno psicologico è la prima criticità segnalata (63,3%), soprattutto dalle famiglie di malati bambini o ragazzi. Nonostante che i LEA e il Piano Cronicità prevedano che sia il Servizio Sanitario a fornire una assistenza umana ed integrata, che comprende anche gli aspetti psicologici, il 51% delle persone con una malattia fisica deve pagarsi lo psicologo di tasca propria e nel 21,7% dei casi sono le associazioni di malati ad offrire questo servizio.
Nel campo delle cure palliative, estrema frontiera della dignità di fronte alla morte, secondo una indagine della Commissione Psicologi della Società Italiana di Cure Palliative solo nel 17% delle situazioni c’è uno Psicologo del SSN a prendersi cura di queste persone e fare consulenza all’equipe.
“Se la psiche è una componente essenziale della salute deve esserlo anche della cura, perché si curano persone e non solo corpi anonimi” ha dichiarato il Presidente nazionale dell’Ordine Psicologi David Lazzari. “Non è solo un problema di umanità ma anche di efficacia ed efficienza. L’Italia non rispetta le sue leggi in questo campo e su questi temi si fa molta retorica ma pochi fatti. La Comunità psicologica ricorda la “Giornata del Sollievo” denunciando queste lacune e questi ritardi, resi più drammatici dalla pandemia. Proporrò al Consiglio Nazionale di fare un “libro bianco” su questi problemi che testimoniano il grado di civiltà sanitaria di un Paese.”